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Schema

Il catalogo delle risorse semantiche condivise per l'interoperabilità

Schema

Cos’è e quali vantaggi offre

Schema è il catalogo nazionale delle risorse semantiche condivise per l’interoperabilità, che agevola la ricerca e il riuso di risorse semantiche e che permette di supportare anche lo sviluppo di API semanticamente e sintatticamente interoperabili attraverso la ricerca, l’utilizzo e il riuso di risorse semantiche.

Il catalogo e i suoi strumenti sono a servizio degli enti e dei privati che scambiano dati e informazioni tramite la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) per garantire che sia il formato che il significato delle informazioni scambiate siano perfettamente preservati e compresi durante gli scambi tra le parti.

Il catalogo e i suoi strumenti sono a servizio degli enti e dei privati che scambiano dati e informazioni tramite la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) per garantire che sia il formato che il significato delle informazioni scambiate siano perfettamente preservati e compresi durante gli scambi tra le parti. Gli utenti del catalogo sono:

  • Contributori, ovvero Pubbliche amministrazioni interessate a modellare e pubblicare su schema.gov.it le proprie risorse semantiche mantenendone titolarità e responsabilità di contenuto, e riusando, dove possibile, i concetti già presenti a catalogo.
  • Sviluppatori di API/e-services che siano interoperabili sia semanticamente che sintatticamente.
  • Ricercatori interessati a riusare i concetti del Catalogo nelle proprie rappresentazioni semantiche.

La semantica assicura che sia il formato che il significato delle informazioni scambiate siano perfettamente preservati e compresi durante gli scambi tra le parti. Per integrare informazioni da fonti diverse, queste devono essere comprensibili. In particolare, nello sviluppo di servizi pubblici digitali composti può succedere di integrare fonti dati con formati diversi. Creare servizi digitali usando dati con formati differenti è costoso. I servizi digitali erogati risultano essere sono più soggetti ad errori, anche nel trattamento dei dati. Interviene la semantica che abilita e semplifica la fruizione.

Se sei nuovo nel mondo della semantica dei dati, e hai bisogno di un’introduzione generale sul tema, fai riferimento al documento Introduzione alla semantica dei dati e del Web Semantico.

Cosa trovi su Schema

Le risorse semantiche supportate dal catalogo includono:

  • Ontologie: Rappresentazioni formali e condivise delle entità e delle loro relazioni per domini applicativi di interesse. Le ontologie sono utilizzate per rappresentare le conoscenze in un dominio specifico in modo strutturato e con relazioni definite, ad esempio per facilitare l’interpretazione e la comprensione dei dati dalle macchine in modo più intelligente;
  • Vocabolari controllati: Liste, tassonomie e tesauri usati per organizzare termini di riferimento per diversi domini applicativi, sono utilizzati in diversi contesti per facilitare l’organizzazione e la ricerca di informazioni.
  • Schemi di API: Descrizione di dati scambiati tra sistemi diversi, usata per definirne la serializzazione e validarne la sintassi, per aumentare la qualità dei dati che vengono scambiati.

Gli strumenti che Schema mette a disposizione per poter accedere alle risorse semantiche del catalogo e per validarle. La validazione riguarda sia la descrizione o metadatazione generale delle risorse semantiche sia la struttura nel caso degli schemi di API. Gli strumenti a disposizione sono:

  • Il validatore dei metadati delle risorse semantiche, per validare la metadatazione generale descrittiva delle risorse semantiche da publicare nel catalogo;
  • L’editor degli schemi di dati, per strutturare al meglio degli schemi dati confermi a una semantica condivisa;
  • Lo SPARQL endpoint, per interrogare i contenuti delle ontologie e dei vocabolari controllati del catalogo.

Il catalogo si basa su un sistema federato di risorse semantiche, pubblicate dagli enti contributori, e raccolte con un processo di harvesting. I contributori modellano le loro risorse semantiche e le pubblicano in repository pubblici seguendo delle regole condivise nella Guida dedicata. Il catalogo può essere ampliato con nuove risorse, aumentando così le possibilità di riuso delle risorse semantiche, utili ad esempio nello sviluppo degli e-service erogati dalle PA tramite la Piattaforma Digitale Nazionale Dati e favorendo la diffusione dell’interoperabilità semantica.

Prima di proporre nuove risorse semantiche, è buona pratica esplorare le risorse già presenti nel catalogo tramite il portale schema.gov.it. Ricercando per categoria se il dominio delle risorse che il Contributore vuole modellare è già presente, ma c’è bisogno di rappresentare una nuova entità e/o proprietà, il Contributore può valutare di estendere le risorse esistenti per rispondere alle proprie esigenze di modellazione oppure considerare l’opportunità di definire/aggiornare entità e/o proprietà a livello nazionale (cfr. Linee Guida sull’interoperabilità tecnica delle Pubbliche Amministrazioni).

Ulteriori dettagli sono resi disponibili nella Guida al Catalogo nazionale della semantica dei dati.

Passi principali da seguire per contribuire al catalogo.

  1. Il Contributore conduce un’analisi delle risorse da creare, oppure delle possibili proposte di modifica da effettuare per risorse già pubblicate sul catalogo.
  2. I Contributori creano (se non già presente) un proprio repository dove pubblicare le risorse semantiche da raccogliere. Successivamente, inviano una richiesta di attivazione del processo di harvesting a info@schema.gov.it e seguono le istruzioni contenute nel capitolo “Come contribuire” della guida per registrare il proprio repository sul Catalogo.
  3. In alternativa, i Contributori possono richiedere “semantic stewardship” ad Istat, inviando una mail a info@schema.gov.it;
  4. Il processo “harvester”, avviato periodicamente, estrae i dati contenuti nei repository configurati come sorgenti, e li memorizza su server a supporto della ricerca, esplorazione e fruizione del Catalogo attraverso il portale schema.gov.it.
  5. Dopo la loro adesione iniziale al catalogo, i Contributori possono espandere continuamente il proprio insieme di risorse semantiche.
  6. Il portale schema.gov.it facilita l’accesso alle risorse semantiche pubblicate mediante funzionalità di ricerca testuale, filtri preimpostati e visualizzatori integrati nelle schede degli asset semantici.

Come usare le risorse semantiche per sviluppare API

  1. Lo sviluppatore può effettuare la ricerca sul portale del catalogo ed individuare le risorse che possono essere utili allo sviluppo dell’applicazione.
  2. Creare le API usando gli strumenti e i canali di supporto disponibili. Consultare e riutilizzare ontologie, vocabolari controllati e schemi dati.
  3. Utilizzare l’editor degli schemi dati che interrogando le risorse semantiche di Schema, consente di creare uno schema API personalizzato e conforme allo standard OpenAPI, adattandolo alle tue specifiche esigenze e garantendo una perfetta integrazione con le tue risorse esistenti
  4. Controllare che le API siano corrette dal punto di vista sintattico con l’aiuto del validatore OAS Checker durante le fasi di sviluppo.
  5. Se applicabile Pubblicare gli e-service, composti da una o più API, in ambiente di collaudo della PDND, effettuare i test e infine renderli disponibili sul catalogo anche in esercizio.

Canali

Per qualsiasi domanda, richiesta di assistenza o chiarimento riguardo al catalogo, puoi contattare direttamente gli amministratori all’indirizzo: info@schema.gov.it

Per tutte le altre problematiche di natura tecnica , se trovi errori o bug, oppure proposte di miglioramento apri una issue su github.

Apri una issue su GitHub

Risorse

  • Validatore metadati

    Il validatore dei metadati delle risorse semantiche, per validare la metadatazione generale descrittiva delle risorse semantiche da pubblicare nel catalogo.

  • Schema editor

    L’editor degli schemi di dati, per strutturare al meglio degli schemi dati conformi a una semantica condivisa.

  • SPARQL Endpoint di schema.gov.it

    Lo SPARQL endpoint, per interrogare i contenuti delle ontologie e dei vocabolari controllati del catalogo.

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